DI ROBERTA TAVERNATI

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La bellezza del nostro Oltrepò Pavese è nei suoi paesaggi e nei suoi piccoli e antichi borghi di pietra spesso incastonati come piccole gemme fra le sue colline e i suoi monti. Caratteristici borghi che col tempo si sono spopolati perchè il lavoro dei contadino era sempre meno redditizio e quello nelle cittadine di pianura più allettante.

Ma l’abbandono non è uno stato che riguarda il borgo di cui vogliamo raccontarvi oggi. E’ un borgo in cui leggenda e storia si intrecciano e si confondono e in cui le tradizioni di un tempo vengono conservate. E’ un borgo vivo e vissuto grazie a chi oggi ancora ci abita, ci lavora e con passione e tenacia se ne prende cura.

Il borgo è quello di San Ponzo Semola, già comune e dal 1928 frazione di Ponte Nizza, che si trova sulla riva sinistra del torrente Staffora non molto lontano dalla provinciale che conduce a Varzi. Fra le sue strette vie in cui si affacciano case in pietra dai balconi fioriti e nella piazza dominata dall’antica pieve dedicata a San Ponzo, il tempo sembra essersi fermato.

Pillole di storia

Ed è antica la storia di questo borgo che non ha castello, non ha cinta muraria ma è sorto attorno a un’antica pieve romanica risalente all’ XI° secolo. Rimaneggiata nel corso del ‘400, della pieve originaria restano tratti della muratura, la parte inferiore del campanile e un’importante fonte battesimale in pietra datata 1161.

La storia del borgo di San Ponzo Semola segue lo stesso percorso di quella del non lontano borgo di Cecima con cui era stato donato nel 943 al Vescovo di Pavia dai Re Ugo e Lotario. E sotto la signoria vescovile pavese San Ponzo Semola e Cecima sono stati per secoli, costituendo una sorta di exclave in mezzo ai feudi della potente famiglia dei Malaspina, fino a quando i due borghi furono sub infeudati nel XVI° secolo dagli Sforza di Santa Fiora feudatari anche di Varzi.

Ma la storia del piccolo borgo di pietra è strettamente legata a quella di un eremita che qui visse nel III° secolo d.C. e le cui spoglie sono conservate all’interno della pieve: San Ponzo. Spoglie non integre perchè nella pieve del corpo del santo, morto decapitato, manca la testa che è conservata nella chiesa di San Giorgio a Fortunago. Attorno alla figura di questo Santo tante sono le storie e le leggende che non ne hanno di certo scalfito il potere taumaturgico che richiama tanti fedeli nel piccolo borgo il 14 Maggio in occasione della sua festa.

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